Artiterapie ad indirizzo antroposofico


“L’arte richiede una relazione con lo spirito, con lo spirito reale, e non solo con lo spirito pensato. L’artista non riuscirebbe a creare con la sua materia, se in lui non vivesse l’impulso che proviene dal mondo spirituale. Non si può negare che per molti aspetti il nostro mondo materialistico e l’umanità si siano allontanati dalla serietà dell’arte. Ogni aspetto della creazione artistica che nel vero senso della parola meriti questo nome, ci mostra nell’opera d’arte anche la lotta umana per un accordo, un’armonia fra la sfera spirituale-divina e quella fisico-terrena”. Rudolf Steiner, La missione universale dell’arte, p. 59

Steiner all’inizio del ventesimo secolo ha dato impulso a numerosi aspetti sociali e culturali, dalle arti all’architettura, dalla filosofia alla medicina e al rinnovamento della pedagogia fino all’agricoltura, e ogni ambito è stato arricchito di nuove espressioni. Ha posto le basi per l’arte della parola, l’euritmia, il massaggio ritmico e l’arteterapia. Per lui ha rivestito un ruolo fondamentale il tema della salute, e infatti sosteneva che vita interiore e vita esteriore devono essere in armonia fra loro, affinché l’essere umano possa vivere in salute. Le sue suggestioni avranno sviluppi diversi, la sua influenza arriva molto lontano, come l’esempio di Aaron Antonovsky (1923-1994) sociologo che arriva a proporre un approccio critico al sistema sanitario dell’epoca incentrato essenzialmente sulle malattie. La domanda innovativa che egli si poneva era: ” Che cosa conserva in buona salute le persone, nonostante le sollecitazione e gli eventi critici della vita?“. Da questo nuovo orientamento è nata una nuova visione del concetto di “malattia e guarigione”, che pone l’accento sull’aspetto del mantenimento della salute e della stimolazione delle proprie forze di autoguarigione piuttosto che su quello della patologia fondata sulle minacce “esterne” (batteri, agenti patogeni, etc.) e del sintomo. Quindi una vera rivoluzione rispetto al pensiero materialista dominante dai primi del Novecento. Anche la medicina antroposofica si fonda su questi concetti e per questo è considerata una medicina ippocratica e umanistica.

Le artiterapie ad indirizzo antroposofico si concentrano sul concetto di salutogenesi e contribuiscono all’equilibrio e al riallineamento delle sfere del pensiero, della volontà e del sentimento (secondo la visione olistica che le considera parti imprescindibili della costituzione umana), con la possibilità di riprendere il proprio cammino biografico, bruscamente e involontariamente interrotto o bloccato.

Perché l’Arte è terapeutica

Arriva un momento nella vita in cui ci si chiede: – cosa è accaduto al saggio, buono, entusiasta ‘Io superiore’ che è in noi? Il poeta Novalis dice: “L’artista sta nell’essere umano come una statua sul suo piedistallo” ed egli descrive come la missione della vera arte sia di aiutare l’essere umano ad andare oltre sé stesso. La terapia artistica ha il compito di unire il piedistallo con la statua e di aiutare la progressiva scoperta di una nuova realtà spirituale partendo dal fisico sensibile. L’essere umano è arrivato ad un punto morto sia nei confronti della propria vita di sentimento che di quella degli altri e anche nei confronti del sistema sociale in seno al quale vive. Non ci rendiamo conto di essere malati fino a che la situazione non diventa acuta, ma a quel punto la malattia ha già avuto un lungo periodo di incubazione. La creatività può sciogliere l’essere umano dalla crisi e dargli la possibilità di aprirsi verso se stesso e verso gli altri. La terapia artistica che si fonda sull’antroposofia è applicata già da parecchi anni in collaborazione con i medici, a sostegno di quasi tutti i tipi di malattia. Essa non usa gli elementi artistici per scopi psicologici o per fare delle diagnosi, ma riconduce l’essere umano alle leggi primordiali della creazione, in modo che, attraverso questo processo egli le riviva in sè. In questa terapia si impara ad osservare, ad ascoltare, a muoversi, a sentire e a pensare in modo più cosciente di prima, arrivando ad un risanamento interiore e nel rapporto con il mondo. Ciò che più importa è che si partecipi ad un certo processo. L’essere umano sperimenta la terapia artistica come una specie di “palestra” nel corso della quale impara a conoscere i propri difetti, a correggerli, a superarli e a divenire “nuovo”.
Tratto da “L’essenza dei colori”, R. Steiner, Ed. Antroposofica “La terapia artistica”, E. Mess, Ed. Arcobaleno

Arteterapia del colore

Disegno di forme

Euritmia terapeutica

Incisione terapeutica

Modellaggio terapeutico

Musicoterapia

Arte della parola terapeutica